Sala 4 - Palazzo della Cultura di Apricena

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Sala | 4

Gli scavi all’interno dell’area perimetrale della chiesa hanno portato alla luce 7 fosse di sepoltura con relativi individui, alcune anche con multi sepoltura. Tutte le sepolture dentro e fuori la chiesa sono state ricavate da fosse terragne tutte di forma rettangolare, ellissoidale senza alcun rigore metrico.
 
Dei 13 individui, 3 sono neonati, 3 bambini, 3 adulti di cui 2 maschi  e 4 ragazzi di cui 3 femmine. All’interno delle tombe compaiono oggetti di corredo quali cerchielli in bronzo e ferro o elementi di una collana. Solo un neonato presenta un corredo di pendagli in bronzo. Sembra che il corredo non abbia relazione con lo status degli individui se non quello affettivo.
 
Tutti gli individui hanno il cranio rivolto a nord, sono posti in posizione supina, con gambe allungate parallele, braccia incrociate sul petto (solo uno ha il braccio sinistro poggiato sul bacino: è difficile valutare se gesto voluto da familiari o atto dovuto da uno scivolamento post-mortem).
 
Dalle analisi dello studio antropologico e paleopatologico degli individui recuperati nelle fosse di Castelpagano si è evinto che tutti sono molto giovani, ossia non superano i 30 anni di età. Sono caratterizzati da ossa lunghe (omeri e femori) con schiacciamento delle diafisi dovute alle sollecitazione delle stesse ossa intensamente esercitate dalle pressioni delle masse muscolari. Gli individui, dunque, dovevano svolgere un’intensa attività muscolare soprattutto per quanto concerne gli arti inferiori.
 Sono emerse, inoltre, emerse tracce di lacerazioni su tibie e femori le quali conducono a stabilire che tutti gli individui subivano costantemente frequenti eventi traumatici.

Castel Pagano sorge a circa 7 km ad est di Apricena sulla sommità di un monte. Nel 1554 il luogo contava 600 abitanti. Fu abitato con certezza dal 1007 al 1627, quando i suoi abitanti cominciarono a emigrare verso i centri della pianura sottostante, soprattutto verso Apricena, per i vantaggi che la pianura offriva. Dal 1727 si presenta disabitato e in rovina. Quel che resta attualmente dell’abitato è realizzato in pietra del luogo. Sul sito si possono ancora vedere resti del castello, nel lato sud-ovest la torre, il muraglione nel lato nord-ovest. All’interno della rocca si scorgono alcune cisterne, i segni delle volte e alcuni muri interni con porte in parte interrate. Le rovine di Castel Pagano rientrano nel Comune di Apricena da un punto di vista territoriale. L’epoca della fondazione di questa rocca si pensa possa essere antecedente persino alla costruzione di Apricena, quindi la seconda metà del IX secolo.
Federico II, residente nella vicina città, lo restaurò adeguandolo per i suoi svaghi di caccia e vi installò una guarnigione di fidi Saraceni, da cui trasse il nome, ossia Pagano, poiché i non cristiani venivano chiamati appunto in tale modo.
Nei dintorni di Castel Pagano sono stati ritrovati diversi reperti, alcuni dei quali antecedenti addirittura l’era medievale e, nella ristrutturazione, sono stati rinvenuti resti umani, quasi a testimoniare la presenza di un cimitero e di conseguenza a confermare la presenza del borgo, quasi certa, grazie anche a un’ingente quantità di pozzi e cisterne necessarie alla vita in una zona così arida e priva di corsi d’acqua.

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Gli individui presenti nella Mediateca Federiciana sono:
 
- un adulto supino in deposizione primaria, con tibie, parte inferiore dei femori, calcagni e metatarsi dei piedi, braccia incrociate sul petto, gambe distese, posto in fossa terragna rivestita di blocchi e schegge di calcare;
 
- un sub adulto, supino in deposizione primaria, con braccia flesse sul petto, arti inferiori distesi, ossa in buone condizioni, con tibie, parte inferiore dei femori, calcagni e metatarsi dei piedi.

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